Quante agenzie ci sono in Italia?
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May 29, 2020

Sembra che in ogni città d'Italia, grande o piccola, ci sono molte agenzie di traduzioni. In totale dovranno essere migliaia e migliaia. Perché sono tante?

Emanuele Vacca
 
Giovanni Milone
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Scarsa dimestichezza e fiducia nei servizi virtuali May 29, 2020

Forse si sconta ancora, un po', una scarsa dimestichezza con i servizi virtuali, che porta individui, piccole e medie imprese a preferire riferimenti sul territorio.

 
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Ma May 30, 2020

Giovanni Milone wrote:


Forse si sconta ancora, un po', una scarsa dimestichezza con i servizi virtuali, che porta individui, piccole e medie imprese a preferire riferimenti sul territorio.


Si direbbe che metter sù una agenzia di traduzioni sia una scelta facile per chi volesse entrare nel mondo degli affari.

Ma con questa sovrabbondanza - probabilmente decine di migliaia sul territorio nazionale - mi chiedo se le agenzie grandi finiranno per diventare un monopolio, schiacciando quelle piccole.

Come effetto del coronavirus, ho l'impressione che molte agenzie siano rimasti senza lavoro e che in breve tempo quelle piccole scompariranno.

[Edited at 2020-05-30 19:08 GMT]


 
Giuritrad S.A.S. Traduzioni Giurate
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Quante agenzia ci sono in Italia e quanti traduttori ci sono in Italia May 30, 2020

Tom, interessante il tuo post che mi porta ad esprimere una riflessione che sono contenta di condividere.

Chiedere come mai ci sono tante agenzie di traduzione mi sembra come domandarsi perché ci sono tanti bar, tanti ristoranti (spesso uno accanto all'altro) o tanti traduttori, avvocati, ecc.

Penso che quando si apre un'attività, se si hanno soldi da investire, risorse ed esperienza in un determinato campo, lo si fa, si tenta di avere successo. Altrimenti sarebbe da
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Tom, interessante il tuo post che mi porta ad esprimere una riflessione che sono contenta di condividere.

Chiedere come mai ci sono tante agenzie di traduzione mi sembra come domandarsi perché ci sono tanti bar, tanti ristoranti (spesso uno accanto all'altro) o tanti traduttori, avvocati, ecc.

Penso che quando si apre un'attività, se si hanno soldi da investire, risorse ed esperienza in un determinato campo, lo si fa, si tenta di avere successo. Altrimenti sarebbe da cretini. C'è chi ci prova, fallisce e chiude - e non sempre per colpa del mercato o degli altri - e c'è chi invece va avanti e cresce. Chiudono alcuni e ne riaprono altri. Ma questo in tutti i campi e per tutte le attività commerciali, per cui la cosa vale ovviamente anche per le agenzie di traduzioni.

Ti racconto la mia esperienza di agenzia italiana:

Nonostante la forte preoccupazione iniziale e le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare all'inizio della pandemia, soprattutto a causa delle istituzioni (Tribunali, Prefetture, Comuni, ecc.) con cui abbiamo a che fare, non abbiamo sentito minimamente il calo e molto meno il crollo; anzi, stiamo lavorando al di sopra delle nostre possibilità.
Aprile e maggio sono stati in assoluto i mesi con il fatturato più alto dell'anno. Al 30 maggio riscontriamo un 87% di incremento di fatturato rispetto all'anno scorso. Addirittura quest'anno abbiamo assunto un dipendente, prima con un partime di 30 ore settimanali, da questo mese a tempo pieno.

Non mi chiedere il motivo della crescita, che sembra controtendenza, perché è difficile dare una risposta, anche se alcune idee ovviamente me le sono fatte.

Dico questo con tutta umiltà e non per vantarmi, ma per riflettere insieme e per infondere un po' più di ottimismo, in un periodo in cui vedo i traduttori molto preoccupati e con poco lavoro. Quando sono scoppiate in Italia le misure restrittive ero davvero preoccupata anch'io e non pensavo che le cose sarebbero andate così per noi, tutt'altro.

Per 10 giorni, all'inizio della pandemia, abbiamo lavorato da casa, alternandoci fisicamente in ufficio uno per volta durante la settimana. Dopo di che siamo tornati pienamente operativi perché il codice ATECO lo prevedeva e perché abbiamo potuto sanificare tutti gli ambienti. Abbiamo ovviamente chiuso al pubblico inizialmente (limitando all'osso la presenza del cliente in studio), poi aperto gradualmente con i dovuti accorgimenti.

Quello che ho notato è che fra la nostra concorrenza (le altre agenzie italiane) c'è stato un abbassamento notevole nelle tariffe e questo sì mi ha fatto preoccupare di più: per moltissime aziende italiane, ora in particolare difficoltà economica, l'elemento prezzo è diventato prevalente rispetto ad altri (qualità, assistenza, consulenza, ecc.). Se come agenzia cerchiamo di avere flessibilità (per forza la si deve avere!), non posso dire, purtroppo, la stessa cosa dei traduttori, in cui ho notato una certa rigidità e propensione a continuare come prima.
Il mio pensiero è che come prima forse non si può continuare e bisogna adeguarsi, non dico svendendosi, ma con un atteggiamento di flessibilità. La flessibilità non va a pugni con la professionalità, come purtroppo alcuni dimostrano; non sono due caratteristiche contrapposte.

L'agenzia ha sempre un occhio sul mercato, studia la concorrenza, valuta gli investimenti e si adegua al tipo di cliente o potenziale tale che ha davanti, nel senso che impara a diversificare e quindi sceglie il traduttore dei vari progetti in base al budget. E devo dire che, nella mia esperienza, il traduttore di una certa età e con anni di esperienza alle spalle è, in genere, un po' più "rigidotto", si adegua di meno, forse perché ha altre entrate familiari o perché preferisce mantenere un certo "status". È più facile che un traduttore si "sieda" nella sua zona di comfort, e facendo così non è raro sentirsi dire (e di questo ho avuto riscontro da un po' di traduttori) che si trovano a spasso, senza una riga da tradurre. Ovviamente la cosa non vale per tutti, ma per una buona fetta di questi.

In sintesi: la mia impressione è diversa alla tua, Tom: non è che si sono tante agenzie in Italia e che moltissime chiuderanno; ci sono invece tanti traduttori, tantissimi! Lavorerà d'ora in poi solo chi saprà adeguarsi mantenendo gli equilibri e la flessibilità, chi deciderà di collaborare con le agenzie anziché guardarle come nemiche, chi la smetterà di vedere le agenzie come quelle che lucrano sopra, chi lavorerà seriamente.
Gli altri, come vedo stanno già facendo, dovranno dedicarsi ad altro, o magari arrotondare con altre attività per le quali magari non sono neanche preparati. E questo perché, rispetto a prima, non c'è più posto per tutti in Italia.

Mi dispiace se sono impopolare, ma è così che la penso.
Ovviamente: né tutte le agenzie sono uguali né tutti i traduttori sono uguali.
Aprire un'agenzia di traduzione non è un'impresa facile, anche se potrebbe sembrare il contrario.

Scusate per il lungo post.
Grazie, Tom, per il tuo post che mi ha dato la possibilità di esprimere il mio pensiero.

María José Iglesias
Giuritrad

[Modificato alle 2020-05-30 10:13 GMT]
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Dragomir Kovacevic
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Il contesto... May 30, 2020

Direi che non bisogna denigrare il fenomeno o trattarlo con cinismo; meglio ragionare in un modo socio-economico.

Un lavoratore autonomo - traduttore/interprete, in Italia si apre la Partita IVA, diventa "ditta individuale". Se s’iscrive nella Camera di Commercio, diventa nominalmente una "impresa".
Non può soltanto essere un perito giudiziario, e non avere la P. IVA. Ovvero, sarebbe paradossale non averla.

Un comportamento pochino anti-economico e anti-sociale
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Direi che non bisogna denigrare il fenomeno o trattarlo con cinismo; meglio ragionare in un modo socio-economico.

Un lavoratore autonomo - traduttore/interprete, in Italia si apre la Partita IVA, diventa "ditta individuale". Se s’iscrive nella Camera di Commercio, diventa nominalmente una "impresa".
Non può soltanto essere un perito giudiziario, e non avere la P. IVA. Ovvero, sarebbe paradossale non averla.

Un comportamento pochino anti-economico e anti-sociale consisterebbe nel rispondere alla domanda soltanto con l'offerta dei propri singoli servizi nelle lingue di lavoro. Il che non è anomalo, per carità, difatti rappresenta un gesto di onestà. Ma, almeno dopo un po' di tempo, ogni traduttore sente la necessità di rispondere alle richieste, prima in propria zona di residenza, provincia, regione, ecc, - di allargare la propria offerta delle lingue. Questo la/lo porta all'outsourcing dei lavori. Io, questo graduale processo lo chiamerei "la crescita professionale".

Si diventa "agenzia" e perché no? Ovviamente, chiamarsi "agenzia" è una denominazione un po' ipertrofizzata, ma almeno la metodologia di lavoro sul territorio diventa quella di impresa.

Okay, noi anche lavoriamo in "rete" fra i colleghi, le informazioni sulle richieste vengono passate ai colleghi conoscenti-amici. E non si diventa "agenzia".

Come possiamo credere che le industrie produttive e dei servizi, soltanto dovrebbero trovarci sull'Internet? Sono colpevoli loro, responsabili di propria ignoranza, pigrizia, semi-analfabetismo informatico, perché non riescono a collocarci? Assolutamente no.

Immaginiamoci il mondo degli agenti in commercio.
Immaginiamoci di essere inquadrati come dipendenti di queste industrie. Anche Beppe Fenoglio lavorava in una vinaria.
La domanda ontologica è chi ci ha imposto di lavorare come autonomi.
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Tom in London
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prezzi sopratutto May 31, 2020

Grazie María José Iglesias - è raro che una agenzia si esprima su questi forum e con tanta apertura.

Purtroppo però, per quanto sia elegante il tuo discorso, esso ripete le stesse cose che sentiamo dire quasi ogni giorno dalle agenzie, seppure in maniera meno garbata: che la tua agenzia come le altre si trova in balia alla concorrenza del mercato, la quale è dovuta al proliferare di tante agenzie e fà sì che molte di loro finiscono per fallire, come potrebbe far fallire anch
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Grazie María José Iglesias - è raro che una agenzia si esprima su questi forum e con tanta apertura.

Purtroppo però, per quanto sia elegante il tuo discorso, esso ripete le stesse cose che sentiamo dire quasi ogni giorno dalle agenzie, seppure in maniera meno garbata: che la tua agenzia come le altre si trova in balia alla concorrenza del mercato, la quale è dovuta al proliferare di tante agenzie e fà sì che molte di loro finiscono per fallire, come potrebbe far fallire anche la tua, mentre le tariffe (la vostra preoccupazione sopra ad ogni altra) scendono sempre più giù: che i traduttori migliori si rifiutano di abbassare le loro tariffe perché sono più vecchi e perciò, pare, più testardi, mentre quelli più giovani (con meno esperienza e più affamati) si dimostrano più "flessibili" (leggi: disposti a lavorare per meno). E poi: che le agenzie possono costringere i traduttori ad abbassare le loro tariffe perché le agenzie hanno un predominio sul mercato.

A parte l'età-ismo delle tue osservazioni in merito, perché mai dovrebbe, o potrebbe, un traduttore come ad es. me, di comprovata bravura e professionalità, abbandonare una tariffa che non ho mai aumentata negli ultimi 10 anni? Perché mai dovrebbe chiunque che si rispetta sottomettersi così ai dettati delle agenzie? Insomma avete veramente il predominio totale? Credete davvero di conoscere il mondo delle traduzioni in tutte le sue sfacettature? Pensate di sapere dove esso stia andando in un prossimo futuro?

Noi traduttori siamo in contatto giornaliero con i nostri colleghi in altri paesi e altre coppie linguistiche, e dalle nostre conversazioni sappiamo bene che in Italia c'è una particolare corsa al ribasso che è molto più marcata che altrove. Altrove il lavoro del traduttore è più apprezzato e valorizzato mentre in Italia, come tu stessa lo confessi, voi agenzie badate solo al prezzo. Con qualche valorosa eccezione, le agenzie italiane non hanno una cultura della traduzione; non ne conoscono la storia e non sanno esaltare il valore del compito del traduttore; sanno soltanto vivere alla giornata abbassando vicendevolmente i prezzi e cercando di pagare sempre meno. E questo sarà la vostra fine; prima i più piccoli e poi i grandi, quando ormai, e sarà tra non molto, i prezzi saranno arrivati ad un minimo assoluto mentre noi traduttori stiamo a guardare, affascinati. Poi cosa ne sarà di voi?

I clienti seri non privilegiano il costo di una traduzione oltre ad ogni altra considerazione; badano molto di più alla dimostrata qualità ed expertise del traduttore, specie in un campo assai specializzato come, solo a mò di esempio, il mio (costruzioni, urbanistica, architettura, storie e teorie dell'architettura, mercato immobiliare, e campi affini). Quando i nostri clienti firmano i contratti, pubblicano i loro libri, intervengano ai convegni, entrino in dialogo critico con i loro colleghi, o compiano transazioni immobiliari o lavori edilizi sensibili e talvolta anche pericolosi, è in gioco la loro immagine e credibilità: in tali situazioni la conoscenza ed accuratezza del traduttore rappresentano un punto di criticità che merita di essere compensato ad un livello che rifletta la sua importanza come perno tra il produttore e il consumatore.

Di questo, le agenzie non sanno niente oppure - per la tua stessa confessione - non se ne preoccupano. Vorrei avvertire le agenzie che state progressivamente perdendo il know-how dei migliori. La vostra corsa al ribasso finirà per schiacciare anche voi; e noi rimaneremo. Lavoreremo direttamente con i nostri clienti, grazie alle nostre conoscenze e al passaparola; e voi sarete fuori.

Giusto questa mattina sto per consegnare un lavoro molto importante per un architetto che è contentissimo di pagarmi di *più* della mia tariffa usuale in cambio di una traduzione che sia degna di essere pubblicata e messa in rete oggi stesso. Nessuna agenzia è stata coinvolta. Stiamo assistendo al canto del cigno delle agenzie? Sarei interessato a sentire i pareri di altri.



[Edited at 2020-06-01 09:07 GMT]
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Isabella Nanni
Chiara Gavasso
Luciana Trevisi
Dunia Cusin
Franco Rigoni
 
Giuritrad S.A.S. Traduzioni Giurate
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Flessibilità, non corsa al ribasso Jun 1, 2020

Tom, io ho scritto molto chiaramente che non tutti i traduttori sono uguali, così come non sono tutte uguali le agenzie italiane.

La nostra, ad esempio, non ha MAI fatto corse al ribasso.
Trovo giusto invece studiare il proprio mercato e tener d’occhio la concorrenza, quella VERA che punta agli stessi obiettivi e agli stessi standard qualitativi). Non concordo con chi dice che l'agenzia è "in balìa" della concorrenza. Non è così. Un'agenzia non fallisce a causa della c
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Tom, io ho scritto molto chiaramente che non tutti i traduttori sono uguali, così come non sono tutte uguali le agenzie italiane.

La nostra, ad esempio, non ha MAI fatto corse al ribasso.
Trovo giusto invece studiare il proprio mercato e tener d’occhio la concorrenza, quella VERA che punta agli stessi obiettivi e agli stessi standard qualitativi). Non concordo con chi dice che l'agenzia è "in balìa" della concorrenza. Non è così. Un'agenzia non fallisce a causa della concorrenza (e avevo fatto un discreto accenno nel mio post precedente quando dicevo che non è sempre colpa degli altri quando si chiude un'attività).

Trovo invece opportuno cercare di capire se il periodo di coronavirus abbia o meno cambiato alcune cose là fuori a livello economico. Il discorso è quindi diverso.

Che tu, nel rispondere al mio post, metta tutte le agenzie dentro allo stesso sacco, compresa la nostra, con tono accusatorio, devo dire che mi dispiace e mi disturba molto, perché noi non ci conosciamo.

L’argomento centrale del mio post non era riferito alle le tariffe dei traduttori - argomento trito e ritrito che trovo ormai noioso - ma alludeva ad un atteggiamento di una buona parte dei traduttori, che mi è sembrato di riscontrare, leggendo qua e là, non precisamente positivo.

Parlavo infatti della capacità (o incapacità) di alcuni traduttori di adattarsi in momenti di difficoltà generale (e mi riferivo nello specifico alla ripresa delle attività dopo la pandemia). Il mio post parlava quindi di flessibilità e non di tariffe.

Ma siccome di tariffe e di “corsa al ribasso” generale tu invece sì parlavi, includendo la mia agenzia che non conosci, fra altre, posso dirti che le tariffe non sono sempre uguali. Né quelle che applica l’agenzia a un determinato cliente, diverso da un altro, né quelle che applicano i vari traduttori alle agenzie con cui collaborano. È logico che le tariffe siano diversificate.
Non è poi lo stesso tradurre un breve certificato di nascita o un diploma di laurea dall’italiano all’inglese, che un manuale tecnico di 44.000 parole. L’agenzia, nel proporre il preventivo al suo cliente, deve essere flessibile, così come credo lo debba essere anche il traduttore.
E magari non è uguale il potere di acquisto di un cliente-società di un’agenzia, prima del coronavirus, che ora che ha a che fare con casse integrazioni, licenziamenti e fatturato zero negli ultimi tre mesi.

Sarà pure lecito riflettere su questo senza che un traduttore ti dica che finirai per chiudere o fallire, giusto?
Ecco, proprio a questo mi riferivo quando parlavo di FLESSIBILITÀ.

Io penso che stare sempre fermi nelle proprie abitudini o arroccarsi su delle posizioni inamovibili, con astio, non sia costruttivo. E credo che la flessibilità sia ancora più importante della tariffa. I clienti dell’agenzia e i lavori non sono tutti uguali.

Per il resto, trovo ozioso il discorso "chi chiuderà e chi no".

Tom, il mio discorso è stato effettivamente molto aperto. Se però, quando un’agenzia di traduzioni si espone pubblicamente con una riflessione, riceve risposte accusatorie e cioè da “nemico”, la volta successiva si astiene.

Ma io ci provo sempre, perché credo ancora alla possibilità per le agenzie di traduzione italiane di instaurare collaborazioni strettissime e durature, con traduttori SERENI e FLESSIBILI (nota ancora una volta che non dico “con traduttori che si svendono”)

Ciao, buona giornata.


[Modificato alle 2020-06-01 11:06 GMT]
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Per adesso non credo Jun 1, 2020

Tom in London wrote:

Come effetto del coronavirus, ho l'impressione che molte agenzie siano rimasti senza lavoro e che in breve tempo quelle piccole scompariranno.


Per il momento non mi sembra questo il caso, certo il futuro è molto molto molto incerto a livello economico globale, timori ne ho molti, io lavoro solo con agenzie, (anche se nessuna italiana per la verità) per cui spero che resistano, ma l'incertezza la percepisco si.

Sursun corda!


Lina Alongi
 
Tom in London
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Ma le tariffe...? Jun 2, 2020

Angie Garbarino wrote:

Tom in London wrote:

Come effetto del coronavirus, ho l'impressione che molte agenzie siano rimasti senza lavoro e che in breve tempo quelle piccole scompariranno.


Per il momento non mi sembra questo il caso, certo il futuro è molto molto molto incerto a livello economico globale, timori ne ho molti, io lavoro solo con agenzie, (anche se nessuna italiana per la verità) per cui spero che resistano, ma l'incertezza la percepisco si.

Sursun corda!


Quanto in basso riusciranno le agenzie a ridurre le loro tariffe fino a raggiungere un punto in cui il tutto diventa insostenibile? Siamo già lì o perlomeno ci manca poco. Poi cosa succederà?


Franco Rigoni
 
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@Tom Jun 2, 2020

Tom in London wrote:
Quanto in basso riusciranno le agenzie a ridurre le loro tariffe fino a raggiungere un punto in cui il tutto diventa insostenibile? Siamo già lì o perlomeno ci manca poco. Poi cosa succederà?


Per il momento ancora nessun cliente mi ha chiesto di abbassare le tariffe, ma non ho clienti/agenzie italiani, e poi siamo sicuri che le agenzie (italiane) stiano abbassando i loro prezzi?
Se conosco bene i miei "polli" italiani (sono italiana e anche piuttosto matura quindi ne ho viste), potrebbero essere scuse, come anche, trovare la scusa Covid per non pagare le fatture scadute, come mi dice mio figlio che invece per il suo lavoro ha molti clienti italiani (non traduce, altro mestiere),
Chissà... comunque, anche se generalizzare non è nella mia natura, con le agenzie italiane mi sono trovata quasi sempre male.
PS.Edit per errore di battitura

[Edited at 2020-06-02 19:01 GMT]


Franco Rigoni
 
Credo che una certa fascia di agenzie resisterà Jun 26, 2020

Tom in London wrote:

Stiamo assistendo al canto del cigno delle agenzie? Sarei interessato a sentire i pareri di altri.


Non sono esperto ma credo che la risposta breve a questa domanda sia no, le agenzie non sono ancora al canto del cigno, o almeno non più di noi traduttori. Pensavo che sarebbero fortemente diminuite quando è arrivato l'internet e i traduttori potevano accedere a qualsiasi cliente in qualsiasi parte del mondo, ma non è stato così. Questo perché un'agenzia seria:

- può offrire un servizio unico per chi vuole traduzioni in più lingue, ed è più facile per un cliente avere un unico interlocutore anziché cinque o sei (o più) traduttori con cui trattare

- può offrire più servizi per la stessa lingua - traduzioni tecniche, pubblicitarie, legali, DTP, a volte interpretariato, ecc.

- può gestire lavori molto grandi in poco tempo

- è spesso molto più brava del traduttore non solo a cercare e trovare clienti ma, in qualche caso, anche a non perderli.

Questi sono anche i motivi per cui non penso che scompariranno oggi. Quando è arrivato l'internet, c'è stato un altro fattore, che era il fatto che molte agenzie sono andate nei Paesi dove si pagava di più (negli USA, un'agenzia o un buon traduttore poteva prendere 30 centesimi di dollaro a parola, e anche di più) e subappaltavano. Alcune agenzie italiane sub-subappaltavano da agenzie straniere che subappaltavano a loro turno. Questo, mi pare, sia già storia (e anche, ma questa è un altro discorso, perché in tante usano ora la parola anziché la cartella), ma fa capire che, anche allora, le agenzie erano molto più brave dei traduttori a trovare clienti.

Anche Maria José ha scritto un ottimo messaggio, molto sincera e aperta, il che fa piacere, ma merita qualche commento. Lei parla di:

chi deciderà di collaborare con le agenzie anziché guardarle come nemiche


Per me, le agenzie non sono per niente "nemiche" - ma sono sicuramente dei concorrenti. Il traduttore deve cercare di fare meglio di loro, offrire qualcosa in più, proprio come loro cercano di offrire qualcosa di meglio di ciò che può dare il traduttore. Quindi se loro possono offrire più servizi e gestire lavori più grandi, come fa il traduttore a batterle? Il modo più ovvio è con la specializzazione e la qualità. In altri mercati, la qualità normalmente si paga di più o di meno? Si paga di più, ovviamente, quindi il traduttore professionista costerà di più, ma darà una qualità - almeno percepita - migliore. Questo gli elimina tutti i lavori più grandi (che non potrebbe gestire in ogni caso, quindi gli va bene) e può investire più tempo nel fare ricerche e nel migliorare sempre la qualità senza perdere soldi.

Maria José fa capire che le maggior parte delle agenzie oggi si trova all'altro estremo, con tariffe sempre più basse (dice: "fra la nostra concorrenza (le altre agenzie italiane) c'è stato un abbassamento notevole nelle tariffe") e quindi con qualità in declino (quest'ultima cosa la dico io ma penso che sia evidente e il fatto che lei non riesce a ottenere i servizi di alcuni dei traduttori con più esperienza potrebbe esserne la prova). Al traduttore che lavora con i clienti diretti sta bene, perché peggio lavorano le agenzie e più gli sarà facile ottenere il lavoro.

Maria José scrive:
Il mio pensiero è che come prima forse non si può continuare e bisogna adeguarsi, non dico svendendosi, ma con un atteggiamento di flessibilità. La flessibilità non va a pugni con la professionalità


Come Tom, con il quale mi trova sostanzialmente d'accordo con tutto quello che dice, presumo che "flessibilità" sia un eufemismo per "prezzi bassi" o per "prezzi più bassi". Dire che "I prezzi (più) bassi non vanno a pugni con la professionalità" è vero solo fino a un certo punto. Bisogna a volte adeguarsi al mercato, in condizioni di necessità, ma bisogna anche scegliere in quale parte del mercato uno vuole lavorare. Più agenzie pagano una cifra che è di 10 o più euro/cartella al di sotto del minimo di un traduttore bravo e naturalmente non gli conviene lavorare con loro. Ma se fosse di tre euro soltanto al di sotto, o due? Direi che non gli converrebbe, perché rischierebbe di perdere clienti che pagano anche molto di più.

C'è anche un altro fatto, forse ancora più importante: chi è "flessibile" e inizia a lavorare a cifre basse tende, credo, a lavorare più velocemente per guadagnare la stessa cifra oraria di prima. Questo significa che la qualità tenderà a scendere - perché devo passare venti minuti a cercare una sola parola se l'agenzia mi paga meno del mio minimo e neanche la metà di quello che mi paga il mio cliente migliore? In quei venti minuti, che possono anche essere molto di più per un cliente che paga bene, non trovo solo la parola che mi manca, ma leggo i siti specializzati e inizio a capire veramente l'argomento, comincio a capire il lessico usato, e arricchisco i miei glossari per il futuro. Se mi abituo a lavorare più frettolosamente, è difficile poi tornare a lavorare come prima.

Io ho perso un po' il polso del mercato rispetto ad anni fa, ma direi che la risposta alla domanda iniziale è che, anche in un mercato piuttosto ridotto, c'è spazio per tutti - o, forse meglio, ci sarà spazio per tutti quelli rimasti quando l'economia riprenderà. Le agenzie che chiedono/pagano poco continueranno a esistere ma perderanno i clienti che opteranno per Google Translate o DeepL (e ce ne sono), quelle intermedie andranno avanti forse come prima e quelle che puntano alla qualità vedranno - forse - un ritorno di alcuni clienti bruciati da altre. Anche se meno del 5% del mio fatturato viene dalle agenzie, è una cosa che ho visto più volte e, fra i clienti diretti, solo pochi giorni fa ne è tornato uno che non vedevo dal 2013 e oggi ho lavorato per un cliente che mi ha lasciato tre volte negli ultimi 25 anni per problemi di costo. Il problema, come fa capire Maria José, potrebbe essere che queste ultime agenzie, che puntano alla qualità, avranno più difficoltà a trovare i traduttori più bravi, visto che in ultima analisi sono i loro concorrenti diretti.
Non sono, però, i loro "nemici"

ciao
Simon

PS: vedo che nel secondo suo messaggio, Maria José dice che il suo primo "parlava ... di flessibilità e non di tariffe", quindi forse ho frainteso qualcosa quando ho inteso "flessibilità" come "prezzi (più) bassi". Devo dire che mi sfugge il significato voluto. Posso essere flessibile con i tempi di pagamento, con la quantità di lavoro che prendo (a scapito della qualità, forse, se è troppa), con il mio settore di competenza (idem) e forse con altro, ma non penso che questo tipo di "flessibilità" aiuti molto a risolvere il problema.


Luca Tutino
Luca Colangelo
P.L.F. Persio
 


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